Ricordando Franco Leoni

Iniziava il 29 settembre 1944, esattamente 77 anni fa, quella che chiamiamo Strage di Marzabotto: una delle più feroci stragi della Seconda Guerra Mondiale, che costò la vita a 770 vittime civili.

Il nostro pensiero non può che rivolgersi oggi al nostro caro Franco Leoni Lautizi, testimone di quella strage, scomparso lo scorso 17 aprile all’età di 83 anni lasciando un grande vuoto nella nostra Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra ma anche il desiderio di continuare ad impegnarci nel suo ricordo.

Franco dedicò la sua vita alla memoria di quella strage, testimoniando nelle scuole, incontrando migliaia di giovani e ricordando sempre in particolare una delle vittime di Marzabotto: sua madre Sassi Maria Martina.

A lei dedicò la poesia “Mia madre”, che ricondividiamo oggi in memoria di #Franco, di sua mamma e di tutte le vittime dell’eccidio.

Noi non dimenticheremo mai #Franco e vogliamo che il suo ricordo continui a trasmettersi anche alle nuove generazioni come testimonianza della sua capacità di perdono e di impegno.

“MIA MADRE”
Era bella mia madre, aveva appena 23 anni, quel 29 Settembre.
Il suo viso era dolce e sereno, era bella mia madre.
Mi teneva per mano, lungo la stradina che scendeva verso il rifugio, si lamentava perché a breve tempo si apprestava a dare alla luce un’altra vita, confortata dalla nonna che a sua volta la sosteneva.
Era bella anche nel dolore delle doglie.
Il crepitio dei colpi di mitraglia, ci lasciò sgomenti; colpita al ventre si accorse di perdere tutto in un attimo: le sue mani sporche del mio sangue, lo sguardo peso negli occhi sbarrati della nonna, si teneva il ventre, cercando di avvolgermi al suo corpo per ripararmi dal piombo, come una chioccia protegge il pulcino sotto le ali.
I suoi urli di disperazione e di dolore erano quasi inumani, ma anche in quei momenti aveva una carezza per me.
Era tanto dolce mia madre.
Se c’è qualcuno in cielo non può ignorare ciò che è sulla terra.
Era una ragazzina mia madre.
Un incubo che mi perseguita nella vita, ma nello stesso rivedo il sorriso dolce di mia madre.
Era veramente bella mia madre.

Stefano Bonaccini
Emma Petitti
Assemblea legislativa Regione Emilia-Romagna

 

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