Gita commemorativa Sezione di Rimini

La Sezione di Rimini, per onorare la memoria delle Vittime della STRAGE DI FRAGHETO (RN). Il giorno 6 giugno 2018, la Sezione di Rimini, nell’ambito della pianificazione annuale  delle attività con i propri Soci, ha realizzato una Gita  commemorativa a Fragheto (RN), per onorare la memoria delle vittime civili della strage nazifascista che ha colpito questo territorio il 7 aprile del 1944.

Dopo il focus sull’eccidio tenuto dal ns storico e Promotore di pace dott. Susini, cui è seguita  la visita del Museo, si è svolta  la cerimonia presso il Sacrario, con la deposizione di una corona d’alloro a nome di ANVCG, al suono del silenzio d’ordinanza.

  • Ad accoglierci  e partecipare a tutta la Giornata il Sindaco di Casteldelci, Dr. Cappella e il Prof. Mazzoni, dell’Associazione Borgo della Pace, l’Associazione che ha l’obiettivo di preservare la memoria storica di questi luoghi. https://ilborgodellapacefragheto.it
  • Ad accompagnarci anche, due giovani ragazzi provenienti da Cuneo che hanno deciso di investire alcuni giorni delle loro ferie lavorative  nella visita ai luoghi della memoria della Linea Gotica e che hanno scritto un bellissimo messaggio di ringraziamento che riportiamo di seguito:

“Grazie mille per la visita a Fragheto, luogo di memoria e per averci condotto in questo percorso di storia.

Con la presenza e la testimonianza di Franco (Leoni), abbiamo ancora di più rafforzato il nostro intento di non dimenticare.

Noi giovani abbiamo l’obbligo lasciatoci dai nostri anziani di portare avanti i loro immani sacrifici  per la libertà di oggi e di domani.

Grazie mille per il lavoro che fate con l’Associazione e che un giorno si possa realizzare il grido mai più la guerra.

Rimaniamo ben disponibili a  conoscere nuove iniziative.”  

Approffondimento:

La strage di Fragheto

Nei primi giorni di aprile del 1944, nell’ambito dell’operazione di rastrellamento che portò alla temporanea disgregazione della Brigata Garibaldi Romagnola, il comando partigiano venne informato che ingenti forze nazifasciste avevano cominciato rastrellamenti massicci nella zona tra il monte Fumaiolo e Casteldelci. Durante l’operazione di sganciamento, la 1ª Compagnia comandata da Alberto Bardi (Falco), la meglio armata e più agguerrita dell’intera Brigata, si fermò a riposare la notte del 6 aprile a Fragheto. La mattina successiva le vedette partigiane avvisarono che truppe tedesche si stavano avvicinando al paese; i partigiani decisero di affrontare il nemico, risalirono le alture circostanti in località Calanco e, giunti in posizione favorevole, attaccarono di sorpresa i reparti tedeschi.

Nello scontro a fuoco morirono numerosi tedeschi e tre partigiani. Dopo l’assalto i partigiani continuarono la loro azione di ripiegamento, che qualche giorno dopo si concluderà con il definitivo scioglimento della Compagnia. Nelle ore successive del 7 aprile, quattordici soldati tedeschi dello Sturmbattaillon OB Sudwest coinvolto nello scontro, giunti nella frazione, entrarono in molte case e uccisero in rapida sequenza 30 persone, sterminando intere famiglie: su 75 abitanti del paese furono uccisi 15 donne, 7 bambini, 6 vecchi e 2 giovani. I giovani e gli uomini del borgo si erano in precedenza nascosti nelle vicinanze, perché avvisati dai partigiani di un’imminente incursione nazista e, forse sottovalutando i tedeschi, essi avevano pensato che nulla sarebbe stato fatto a donne, bambini e vecchi e che solo gli uomini sarebbero potuti diventare oggetto di rappresaglie in quanto possibili partigiani.

Sempre a Fragheto, durante la medesima operazione militare, furono uccisi dai tedeschi 5 partigiani catturati nei giorni precedenti. Altri 8 giovani, partigiani o renitenti alla leva repubblicana, furono fucilati dai fascisti lungo la strada durante lo spostamento verso Casteldelci, nel luogo ora denominato “Ponte degli 8 Martiri”.

L’eccidio di Fragheto, nelle testimonianze della popolazione e dei partigiani, costituisce un esempio di memoria divisa tra il ricordo dei partigiani e quello della popolazione: da una parte c’è chi tende a riversare indirettamente la responsabilità della strage sui partigiani che il giorno precedente erano passati a Fragheto e si erano fermati per proseguire il giorno successivo, tacendo tuttavia sulla barbara ritorsione su vittime innocenti che invece fu direttamente perpetrata dai nazifascisti, all’altra parte c’è la memoria dei partigiani i quali, nonostante l’inferiorità delle proprie forze rispetto ai tedeschi che li inseguivano, ricordano di aver deciso di attaccare per primi sulle alture, ma lontani dal paese. L’episodio, nelle modalità in cui si svolse, si allinea ad altri eccidi simili perpetrati durante la guerra sull’Appennino centrale tra cui quelli di Tavolicci, Civitella in Val di Chiana e Sant’Anna ( da Wikipedia.org)

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